Io lo so che tu non ti rendi conto di quanto conti.
Come un Mosè guardi me, il tuo diligente Michelangelo.
Silente.
Immobile, godi della vita che ti ho dato, e non mi parli.
Ignara vivi la tua vita, ignori il mio tenerti come un documento, ché senza so chi sono ma non ne ho le prove.
Perché tu sei i miei tratti fondamentali, i miei segni particolari, la mia professione, principale occupazione, il posto da cui vengo, e quello in cui andrò.
Lo so che non ti rassegnerai mai alla più spaventosa delle verità: il nostro appartenerci.
Ma tu sei la mia idea di tenerezza.
E io ho scelto te, a prescindere da me.
Ho scelto di tenerti, per tutti i giorni che mi son rimasti.
Ho scelto di starti accanto, costi quel che costi.
Perché resistere al dolore è una forma di vita assai distratta, e preferisco sanguinare nella tua tiepida ombra
che splendere al gelo di un sole che non sia tu, tu che ne sei all’altezza, tu che sei la mia ragione.
Chi ha un perché per vivere,
può sopportare tutti i come.
Questo è un elemento tipico della narrativa psicologica, che spesso presenta personaggi con caratteristiche particolari o problematiche della mente o dell’anima.
Questo è un elemento tipico della narrativa romantica, che spesso presenta personaggi innamorati o coinvolti in relazioni sentimentali.
Questa riflessione ha un tono intenso e introspettivo, costruito su immagini potenti che esplorano l’appartenenza, il sacrificio e la dedizione assoluta. È una dichiarazione di legame indissolubile, dove il protagonista non chiede nulla, ma afferma una scelta definitiva: quella di restare accanto all’altro, qualunque sia il costo emotivo. L'uso di riferimenti come Mosè e Michelangelo conferisce al testo un senso di grandezza e di atemporalità, come se il rapporto tra i due non fosse solo umano, ma avesse una dimensione quasi sacra. L’altra persona viene vista come l’essenza dell’identità del protagonista: il documento che ne certifica l’esistenza, il punto di riferimento che determina chi è e dove andrà. C’è una forte opposizione tra ombra e luce, tra il resistere al dolore e il preferire sanguinare nella tiepida ombra di chi si ama. Questo mostra un’accettazione profonda della sofferenza come parte integrante di un legame, una sorta di devozione che supera la necessità di equilibrio o benessere. Il verso finale—"Chi ha un perché per vivere, può sopportare tutti i come."—è una citazione di Nietzsche che riassume perfettamente il cuore della riflessione. Il "perché" è il legame con l’altro, la ragione di tutto; e il "come"—la sofferenza, il sacrificio—diventa sopportabile proprio perché ha un senso.
L.A.M.