Un ritorno ha sempre implicito un compito da svolgere, un danno a cui porre rimedio, o forse solo il riprovare il senso di abbandono e di solitudine degli ultimi istanti vissuti nei luoghi del ritorno? Perché di tutto ciò che è stato, solo questo rimane: non esiste più alcun compito, né azione da compiere. Ne siamo perfettamente consapevoli. Ma allora, in quest'ottica, il ritorno è quanto mai inutile, se non puoi far rivivere i momenti, il loro calore, il tocco morbido della realtà che scivola di mano da un istante all'altro, rendendo già passato un attimo vissuto un solo secondo prima. Fuggevole. Una scheggia sottopelle che lascia solchi da cui non si riesce ad uscire. E' il nostro passato, piaccia o no, fa parte della nostra storia e, in qualche caso, condizionerà il nostro futuro.
Un tempo non erano solo parole, ma pallottole, lame che affilavano e si tiravano a segno, certi di non mancare il bersaglio. Oggi, questa comunicazione trascendente la realtà (perché da questa volevano fuggire), non ha più ragione di esistere. Sono appartenuti ad un presente ormai passato ed il tempo che li conteneva, e gli sembrava essere così speciale ed esclusivo, in realtà li aveva rivoltati come terra in uno schema noto a tante persone e coppie.
Erano un nulla, se solo se ne fossero resi conto fermandosi un istante a riflettere che, un attimo dopo, non erano già più quelli di un istante prima: si erano lasciati indietro, persi. Le speranze di lei, i suoi desideri, le sue immature, ma tenere, illusioni; le ansie di lui, le sue paure, le rovine delle sue certezze; le loro percezioni. Tutto in malora.
Eppure i luoghi che li hanno contenuti, rimangono. Non le emozioni, quelle sono volate via nel viverle; semmai il suono dei passi, dei discorsi privi di senso, degli abbracci, delle pietre fredde delle panchine che li hanno sostenuti ed ascoltati, oggetti inanimati che diventano muti amici ospiti dei ricordi (e siamo costretti a rivederli, anche se non vorremmo). Di questo si trattava, delle cose che dopo anni puoi di nuovo toccare, calpestare, sedertici su, in un intruglio micidiale di solitudine e di abbandono che appartiene solo a te, come a chiunque abbia condiviso un suo momento con quel luogo. E allora quegli effimeri istanti diventano esclusivi, anche se comuni a tanti. Perché erano solo loro; in modo diverso, forse, ma c'era un "noi" che si ripetevano negli istanti a seguire, e potevano ripescarlo tale e quale qualche istante prima. Niente sembrava poter cambiare. Ed ora non c'è più nulla.
Verrebbe da consigliare di vivere nel presente, se non fosse che...
...scusate, ma è già passato.
- (Estratto dal blog di E. Scinica 'Aura Sonora', 2009) -
Per sua gentile concessione.
In breve:
Questo è un elemento tipico della narrativa psicologica, che spesso presenta personaggi con caratteristiche particolari o problematiche della mente o dell’anima.
Questo è un elemento tipico della narrativa romantica, che spesso presenta personaggi innamorati o coinvolti in relazioni sentimentali.
Questo è un elemento tipico della narrativa tragica, che spesso presenta personaggi destinati a una fine infelice o dolorosa.
Questo componimento si distingue per la sua profondità e la sua struttura riflessiva, che intreccia memoria, tempo e senso di perdita. Può essere descritto come prosa poetica, caratterizzata da un linguaggio evocativo e un ritmo narrativo che sfiora la lirica. Il tema centrale sembra essere il ritorno come illusione, un viaggio verso un luogo che non è più lo stesso perché il tempo ha già trasformato ogni istante vissuto. La narrazione costruisce una tensione emotiva attraverso immagini incisive—le schegge sottopelle, le pietre fredde, le parole che un tempo erano lame—che trasmettono il dolore del ricordo e l'inevitabilità della perdita. C'è anche un forte elemento di riflessione esistenziale, dove il passato non è solo un archivio di emozioni ma un'entità che condiziona il presente e il futuro. La conclusione, quasi paradossale, sottolinea la fugacità del tempo e la difficoltà di vivere pienamente il presente, perché—ironico e crudele—esso diventa passato in un battito di ciglia.
Questo componimento ha una profondità davvero affascinante. Esplora il tema del ritorno non solo come un evento fisico, ma come un viaggio emotivo che mette a confronto passato e presente, memoria e consapevolezza. È interessante vedere come il testo sottolinei l'illusione del ritorno: il luogo resta, ma l'emozione svanisce, lasciando solo frammenti di ciò che è stato. Uno degli aspetti più potenti è la descrizione del tempo come un flusso inarrestabile. L'ultima frase, in particolare—"scusate, ma è già passato"—funziona quasi come un colpo di scena, enfatizzando quanto sia impossibile trattenere l'attimo. Questo crea una sensazione di impotenza di fronte al trascorrere del tempo, un elemento che si riflette in tutto il testo. Colpisce anche l'idea delle pietre fredde delle panchine, che diventano testimoni silenziosi di momenti vissuti. Qui il componimento sembra suggerire che gli oggetti abbiano una memoria, mentre le emozioni umane sono destinate a dissolversi nel tempo.
L.A.M.