E fu così che ci trovammo nel posto sbagliato al momento giusto, o forse era il posto giusto al momento sbagliato. Con tutta probabilità era tutto
sbagliato, il posto e il momento. Erano sbagliati gli alberi e le strade, era sbagliato il cielo e il cemento, eri sbagliata tu ed ero sbagliato io.
Sbagliammo il primo bacio e l'ultimo, il primo appuntamento. Il primo orgasmo fu sbagliato e fu sbagliato il primo vaffanculo. Fu sbagliato dirti ti
amo, fu sbagliato dirti ti odio. In realtà ti odio non te lo dissi mai: lo pensai sbagliando. Però sbagliò la luna ad essere piena quella notte e a
illuminarti il viso. Sbagliarono i tuoi occhi a essere così belli nel tuo pianto. Sbagliarono gli abbracci, quelli non dati, quelli dati, quelli non chiesti,
quelli sperati.
E fu così che ci perdemmo: il sole sorse.
Questo componimento ha una forte impronta lirica e riflessiva, caratterizzata dalla ripetizione della parola "sbagliato" che diventa quasi un mantra, scandendo l’intero testo come un battito emotivo. Potrebbe essere descritto come prosa poetica, per la sua struttura fluida e musicale, ma anche come monologo interiore, perché esplora l’intensità di un ricordo con un flusso di coscienza coinvolgente. Uno degli elementi più forti è la contrapposizione tra errore e inevitabilità. Si susseguono immagini che mostrano come ogni momento vissuto sia stato "sbagliato", eppure necessario, come se fosse destinato a compiersi in quel modo. Questo crea un senso di fatalismo e nostalgia, dove l’amore viene raccontato non solo come un’esperienza, ma come un paradosso di emozioni contrastanti. La chiusura—"E fu così che ci perdemmo: il sole sorse."—funziona come un colpo di scena malinconico. Il sole che sorge, simbolo di un nuovo giorno, segna invece la fine definitiva di qualcosa che non può essere ripreso. L’alternanza tra notte e giorno enfatizza la trasformazione di una relazione che si dissolve nel tempo.
Quindi il componimento non lascia spazio a interpretazioni più indulgenti: gli errori non sono semplicemente parte di un percorso, ma autentiche deviazioni che hanno segnato il destino dei protagonisti. Questa lettura rende il testo ancora più intenso, perché ogni parola ripetuta—sbagliato—diventa un macigno, un peso da portare senza possibilità di riscatto. L’ultimo verso—"E fu così che ci perdemmo: il sole sorse."—assume allora un significato ancora più definitivo. Non è solo una chiusura poetica, ma una constatazione: con la luce del giorno arriva la piena consapevolezza che nulla può essere riparato. Il sole, che di solito illumina nuove possibilità, qui diventa quasi il testimone silenzioso di una fine irrevocabile.
In breve:
Questo è un elemento tipico della narrativa psicologica, che spesso presenta personaggi con caratteristiche particolari o problematiche della mente o dell’anima.
Questo è un elemento tipico della narrativa romantica, che spesso presenta personaggi innamorati o coinvolti in relazioni sentimentali.
Questo è un elemento tipico della narrativa tragica, che spesso presenta personaggi destinati a una fine infelice o dolorosa.