Dice "Scusa, senti, potrei passare avanti? La fila è lunga e io non posso aspettare". Dico "prego, faccia... lo so, una giornataccia, la pioggia, il traffico, le scadenze del mese ..."; "Si ma ... dammi del tu" mi dice lei, "Io mi chiamo Samantha", io le do la mano e intanto penso "Madonna quanta!" (stà zitto non parlare).
Calmo, calmo adesso, stai diventando rosso! Ma c'è qualcosa in lei che mi incanta, sarà magari il nome Samantha... fingi e fai melina,
anche se lei è carina... chissà se dorme dalla parte giusta, se per dieta può mangiare pasta... però, lo vedi, tutto va così, identico all'istinto, la stessa strada inutile, ma in modo anche più lento.
E' tutto inutile, cambiano le regole, ma non serve a niente vincere (stà zitto non parlare)...
Gli amori io non li conosco bene, però ne ho vissuti tanti, tutti orribili alla fine, ma all'inizio entusiasmanti; e le passioni le conosco bene, che ancora porto i segni, per l'abitudine sciocca che ho di credere ai sogni.
E' tutto inutile. E' un gioco inutile e non serve vincere...
"Prego, prego, faccia pure, io ho tempo".
Questo è un elemento tipico della narrativa psicologica, che spesso presenta personaggi con caratteristiche particolari o problematiche della mente o dell’anima.
Questo è un elemento tipico della narrativa romantica, che spesso presenta personaggi innamorati o coinvolti in relazioni sentimentali.
Questo racconto è un flusso di coscienza avvolto da una dolce inquietudine, un viaggio tra desiderio, incertezza e rassegnazione. Si apre con un incontro casuale, un dialogo veloce che lascia spazio ai pensieri disordinati e intensi del protagonista. L'attrazione è immediata, quasi irrazionale, e il nome di lei diventa un punto di fascino e smarrimento. C'è un contrasto tra la spontaneità del momento e la riflessione più ampia sull’amore e sulle passioni vissute. Il protagonista si lascia trasportare dai ricordi, dall’entusiasmo degli inizi e dalla disillusione che inevitabilmente ne segue. La ripetizione di "È tutto inutile" aggiunge un senso di fatalismo, come se le esperienze si susseguissero senza cambiare realmente il risultato finale. Infine, quel "Prego, prego, faccia pure, io ho tempo" sembra racchiudere tutta l’amara consapevolezza di chi ha visto scorrere troppo della propria vita e sa ormai che ogni slancio, ogni sussulto emotivo, si inserisce in un destino che non si può davvero controllare. Il tono oscillante tra ironia e malinconia rende il racconto intenso e vivido.
L.A.M.