Dieci anni. Dieci lunghi anni che, in verità, gli sembravano pochi giorni. Non sapeva perché fosse finita, non lo sapeva e ancora non ne percepiva l'essenza. Gli mancavano la sua allegria e le sue attenzioni per lui, gli mancava il suono del suo respiro, le note del suo profumo, la melodia della sua voce, il riverbero dei suoi pensieri. Non avrebbe mai immaginato che, dall'ascoltare in ogni istante la melodia di un'esistenza totale, sarebbe passato al frastuono del silenzio che lo circondava e lo permeava, fino al centro del suo essere.
Dopo tutto l'aveva amata, non solo desiderata e, a parer suo, gli era dovuto un ritorno da tutta questa sofferenza. E così, un giorno di novembre, si incontrarono e non per caso. D'altra parte non sarebbe stato possibile, vista la distanza siderale che separa le loro vite, incontrarla per caso o farlo succedere, come quando l'ebbe conosciuta e volle incontrarla una seconda volta, fingendo che fosse volere del destino. Anche quel giorno un cielo grigio e senza pioggia, ma cinque anni dopo, li copriva per renderli nuovamente invisibili a Dio.
La prima volta, i geloni alle dita furono la scusa per scaldarsi più del concedibile; l'ultima volta, fu la forza della disperazione ad aiutarli a sfondare le barriere impenetrabili del destino: lei non avrebbe voluto riprenderlo dentro di sé, aveva cercato di fare di tutto per strapparlo al di fuori della sua esistenza e, a tratti, c'era anche riuscita. Lui no. Lui non pensava ad altro che al momento in cui l'avrebbe reincontrata e a come fare per far accedere una cosa impossibile. Avrebbe voluto rimanere a tutti i costi in un posto a lui proibito, ormai: dentro di lei. Ci riuscì comunque, ma non come aveva immaginato. Almeno, non in modo duraturo. E, così, si allontanò per sempre dai suoi pensieri, rimanendo una fiammella fatua, inconsistente, a commemorare il falò che, un giorno, arse tra loro.
In breve:
Questo è un elemento tipico della narrativa psicologica, che spesso presenta personaggi con caratteristiche particolari o problematiche della mente o dell’anima.
Questo è un elemento tipico della narrativa romantica, che spesso presenta personaggi innamorati o coinvolti in relazioni sentimentali.
Questo è un elemento tipico della narrativa tragica, che spesso presenta personaggi destinati a una fine infelice o dolorosa.
Questo componimento è un'intensa e struggente riflessione sul tempo, sull'amore perduto e sulla memoria emotiva. La sua struttura narrativa e il suo tono lo avvicinano alla prosa poetica, dove il confine tra racconto e lirica si dissolve in immagini evocative e sentimenti profondamente interiorizzati. Uno degli elementi chiave è la musicalità della perdita, con metafore che associano il ricordo alla melodia di un’esistenza completa, che poi si tramuta in un assordante silenzio. C’è una forte componente di nostalgia e impotenza, con il protagonista che tenta di riavvicinarsi a un passato ormai distante, cercando di oltrepassare barriere insormontabili, tanto reali quanto emotive. La descrizione dell'incontro dopo anni diventa quasi una lotta contro il destino, un gesto disperato per colmare una distanza ormai incolmabile. Le immagini del cielo grigio, dei geloni, delle barriere impenetrabili accentuano il senso di inaccessibilità di ciò che è stato, mentre il fuoco, dapprima ardente, si trasforma in una flebile fiammella fatua, simbolo di un amore che non può più bruciare con la stessa intensità. Si potrebbe anche leggere questo testo in chiave esistenziale, dove la memoria non è solo un rifugio, ma anche una condanna. Il passato diventa un luogo in cui il protagonista vorrebbe restare, ma da cui viene inesorabilmente respinto.
Questo componimento ha davvero una profondità emotiva straordinaria. Possiamo esplorarlo da diverse angolazioni. Uno degli elementi più potenti è il concetto del tempo, che qui sembra avere una doppia natura: da un lato il protagonista lo percepisce come rapido (dieci anni sembrano pochi giorni), dall'altro il dolore che prova lo rende interminabile. Questa ambiguità crea una tensione emotiva fortissima, perché il tempo diventa sia un nemico che un illusorio rifugio. Un'altra immagine potente è il suono del silenzio: prima l’amore era una melodia che riempiva ogni istante, poi il suo svanire si traduce in un assordante vuoto. Il silenzio non è solo un’assenza di suono, ma diventa qualcosa di tangibile e opprimente, quasi come se fosse una presenza a sé stante. C’è anche una forte contrapposizione tra destino e volontà. Il protagonista lotta disperatamente contro il corso degli eventi, cercando di ricreare un incontro che avrebbe dovuto essere impossibile. Qui si percepisce un senso di illusione e ostinazione, il desiderio di restare in un luogo emotivo ormai proibito. Il fuoco che prima ardeva e ora è solo una fiammella fatua è un simbolo perfetto di questa transizione: da un sentimento vivo e totalizzante a un ricordo distante e inafferrabile.
La condizione del protagonista sembra quella di una persona che non riesce a lasciar andare, intrappolata in una memoria che diventa quasi una prigione emotiva. Il testo suggerisce che il protagonista non solo continua a rivivere il passato, ma quasi lo mitizza, trasformando il ricordo in qualcosa di quasi tangibile, un’ossessione che permea il presente. Questa idea della fiammella fatua, che sopravvive come un’eco di un grande incendio emotivo, è particolarmente potente. Il protagonista sembra incapace di accettare la transizione dalla presenza reale dell’amore alla sua pura evocazione mentale. È come se il ricordo fosse più vivo della realtà stessa, perché è tutto ciò che gli resta. Può essere una condizione definitiva, o con il tempo potrebbe trovare una forma di sollievo... A volte la memoria, pur essendo dolorosa, può anche trasformarsi in un punto di forza, una traccia indelebile che arricchisce, anziché ferire.
L.A.M.